Esaurita ieri la lista testimoni del Pubblico ministero, sarà l'udienza del 16 settembre, la prima dopo la pausa estiva, a chiudere il cerchio della ricostruzione investigativa sull'efferata rapina in casa subita da una famiglia di Montebello Jonico con le quattro vittime aggredite, picchiate, sequestrate e minacciate con inaudita violenza per razziare - riuscendoci - tutto ciò di prezioso che fosse custodito nella villetta di campagna. Tavartkiladze Dato, un omone di nazionalità georgiana di 32 anni o poco più, uno dei quattro presunti componenti la gang di rapinatori e l'unico imputato, sarà interrogato in Tribunale, avendo scelto di sottoporsi all'esame riservato all’imputato. E risponderà, come procedura impone, perché pubblico ministero e difensori di parte civile, gli avvocati Giacomo Iaria e Francesco Giorgio Arena che rappresentano le parti offese, avrebbero fatto anche a meno di sentire la sua versione dei fatti visto che il quadro d'accusa dal loro osservatorio sarebbe perfettamente ricostruito ed accertato anche grazie alla testimonianza e al riconoscimento effettuato dalle parti offese. Vorrà interrogarlo il suo legale, l'avvocato Pietro Romeo, tentando ogni strada processuale per ribaltare le pesantissime conclusioni degli inquirenti e i riscontri del dibattimento.
La notte di terrore si consumò a cavallo tra 15 e 16 maggio 2021. La storiaccia è stata ridisegnata dai Carabinieri grazie a una meticolosa attività investigativa tra acquisizione delle immagini della videosorveglianza, con i frame dell'arrivo e della fuga della gang di balordi. «Ad entrare in azione sarebbe stata una banda numerosa e ben organizzata, composta almeno da quattro persone».
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