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Reggio Calabria, la crisi idrica ora fa paura: il Tuccio è a secco e il Menta ai minimi storici

Diga del Menta

Interi quartieri, soprattutto quelli collinari, da giorni sono senza acqua. A Reggio, forse, è l’emergenza idrica più dura degli ultimi anni. Ed è un’emergenza nuova perché la città dello Stretto, dove da anni si combatte per la mancanza di acqua a causa delle perdite e di una rete colabrodo, adesso si è trovata senza acqua sul vero senso della parola. Le falde acquifere non hanno la necessaria portata. Sembra un paradosso perché a pochi chilometri dalla città è stato realizzato un invaso artificiale nel cuore dell’Aspromonte proprio perché zona ricca di acqua.

Qualità sì, quantità no

Adesso Reggio ha scoperto che quell’acqua arrivata in città con 40 anni di ritardo non basta anche perché quell’acqua non ha aumentato la portata ma ne ha migliorato solo la qualità. Nel frattempo, tuttavia, la città non ha una disponibilità di acqua necessaria a distribuirla equamente sul territorio. Ecco, dunque, che Sorical, subentrata totalmente nella gestione del servizio idrico integrato, nei giorni scorsi ha comunicato l’avvio della turnazione con «una distribuzione per zone in modo da garantire, per quanto tecnicamente possibile, una uniformità dell’erogazione della risorsa idrica alle utenze».

Problemi su problemi

Dal 20 giugno in poi a Reggio si sono registrati solo problemi: due elettropompe in avaria al campo pozzi Grottello e San Cono con mancanza d’acqua ad Arghillà, Pellaro, San Leo, Grottello, Villa San Giuseppe. Poi problemi nella parte collinare con manovre idrauliche per mitigare la carenza idrica nella zona Figurella di Croce Valanidi con cali di pressione nelle zone di Amendolea, Valanidi e Trapezi. Poi ancora intoppi nella zona Sud della città: in particolare nella popolosa frazione di Pellaro. Un vero inferno in un territorio che da sempre ha dovuto fare i conti con i problemi dell’acqua ma che, questa volta, deve fare i conti anche con lo spauracchio che l’acqua non ci sarà più come prima.

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