Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

L'attivista curdo-iraniana Mysoon Majidi detenuta a Reggio Calabria chiede la libertà a Mattarella

L’attivista curdo-iraniana Mysoon Majidi, detenuta prima a Castrovillari e ora trasferita nel carcere di Reggio Calabria, accusata di essere una scafista, ha scritto e inviato stamani una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella quale ribadisce la sua innocenza e chiede la «libertà provvisoria o una forma di detenzione alternativa» in attesa del giudizio. Lo rendono noto i deputati Marco Grimaldi (Avs) e Laura Boldrini (Pd) nel corso di una conferenza stampa alla Camera.

«Il mio arresto e la mia detenzione credo siano non solo un’ingiustizia, ma un’ombra sulla tutela di quei diritti umani che l’Italia ha sempre affermato», scrive Majidi al capo dello Stato. «Mi rivolgo a Lei, presidente della Repubblica, - aggiunge - e al popolo italiano con la speranza che la mia voce venga ascoltata e che la mia situazione venga risolta con giustizia e umanità».

Maysoon Majidi, nella lettera, afferma di essere stata arrestata, subito dopo lo sbarco sulle coste italiane, in seguito alle dichiarazioni «poi smentite» da parte di due testimoni che la accusavano di essere una scafista. «Mentre sono solo una delle persone migranti e richiedenti asilo che fuggono da situazioni di acuta sofferenza», spiega. «Vi prego di non lasciarmi sola, la vostra azione può fare la differenza tra la speranza e la disperazione, tra la libertà e la prigionia», si legge nelle ultime righe della missiva.

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia