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La reggina Caterina Ciurleo morta in una sparatoria a Roma, il gip: "Dagli arrestati una vera caccia all'uomo". Lunedì gli interrogatori

«La Fiat 500 con a bordo gli autori del fatto nella disponibilità di un’arma da sparo altamente letale e pienamente efficiente ha viaggiato per quasi due ore nel tentativo di imbattersi nella Polo; vale a dire che si è trattato di una vera e propria caccia all'uomo protrattasi per un tempo del tutto apprezzabile senza che gli indagati abbiano mai desistito dal proprio intento». Così il gip di Roma Paolo Scotto di Luzio nell’ordinanza con cui ha disposto il carcere per i due giovani - un 24enne di origini romene e un 23enne di origini peruviane -, accusati dell’omicidio di Caterina Ciurleo, l’81enne originaria di Anoia, in provincia di Reggio Calabria, uccisa per errore con un colpo di pistola nel corso di una sparatoria in via della Riserva Nuova, a Roma est, il 23 maggio scorso. Ai due è contestato anche il tentato omicidio, perché a bordo della Smart occupata dall’anziana c'era anche una sua amica.

L’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile, coordinate dal pm della Dda Carlo Villani, aveva da subito fatto emergere che la vittima non era il reale bersaglio dell’agguato, in quanto i colpi, almeno 5 calibro 9, erano stati esplosi in direzione di un’altra macchina, una Polo, che si trovava sulla medesima carreggiata percorsa dalla vittima. Gli occupanti della Polo, ancora da individuare, hanno usato come schermo la Smart sulla quale l'81enne si trovava come passeggera accanto a un'amica. Quest'ultima è rimasta illesa ma sotto choc.

«Quando per la prima volta le due vetture, si sono incrociate e dunque si sono trovate a brevissima distanza tale da costituire un più facile bersaglio gli autori del fatto non hanno esitato a esplodere una pluralità di colpi indirizzandoli all’altezza dell’abitacolo - scrive il gip -. Proprio la circostanza che gli indagati abbiano valutato conveniente sparare solo quando l’auto si è trovata a più facile tiro induce a escludere la natura dimostrativa del gesto perché oggetto dell’azione erano proprio gli occupanti dell’auto lungamente inseguita allo scopo. Nel medesimo senso depone il numero di colpi esplosi tutti indirizzati verso la medesima vettura che ha superato la macchina su cui viaggiava la signora Ciurleo per sottrarsi al fuoco».

E’ fissato per lunedì l’interrogatorio di garanzia per i due 20enni arrestati per l’omicidio dell’81enne. L’atto istruttorio si terrà nel carcere di Regina Coeli. Per i due - un 24enne di origini romene e un 23enne di origini peruviane -, arrestati dopo le indagini della Squadra Mobile, coordinate dal pm della Dda Carlo Villani, le accuse sono di omicidio e tentato omicidio. La vittima, colpita per errore, era seduta al lato passeggero di una Smart guidata da un’amica quando è stata raggiunta dal proiettile partito da una macchina in corsa poi fuggita: il colpo ha attraversato il bagagliaio dell’utilitaria e poi il sedile

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