Sarà molto complicato riuscire a risalire all’origine del rogo che ha devastato parte dello stabilimento della Poly2Oil di contrada Prato a Palmi. L’unica strada per farlo resta l’indagine condotta dal Commissariato di Polizia di Palmi e coordinata dalla Procura diretta da Emanuele Crescenti.
Poco probabile, però, a distanza di tre settimane, che una pista in questa direzione possa essere data dai Vigili del fuoco. Secondo quanto appreso, infatti, i pompieri sono giunti sul luogo dell’incendio quando lo stesso era già molto sviluppato. Una condizione che rende altamente difficoltoso riuscire a trovare tracce di un innesco. E pare che, secondo quanto appreso, i soccorritori non lo abbiano trovato.
Mercoledì scorso, si è tenuta una riunione operativa tra i soggetti che stanno monitorando la situazione: Procura di Palmi, Commissariato, Noe dei Carabinieri, Vigili del fuoco e Città metropolitana. Dal vertice sarebbero emerse diverse perplessità sulla possibilità di risalire alle cause dell’incendio. Nell’indagine si sta cercando anche di capire se lo stoccaggio e il dislocamento dei materiali abbiano potuto facilitare il rogo.
I primi vigili del fuoco che sono intervenuti il 13 luglio scorso in contrada Prato, sono stati interrogati dagli agenti che avevano già iniziato a investigare.
«Qualsiasi cosa – commenta una fonte interna ai Vigili del fuoco – potrebbe avere innescato le fiamme, ma la grandezza del rogo rende quasi impossibile riuscire a rintracciarla».
Anche la grande quantità di plastica accatastata nel piazzale dell’ex RaDi, che ha alimentato per giorni il rogo, ha reso questo compito ai limiti del possibile.
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