Il caldo afoso, il sole cocente non hanno impedito a Guglielmo Branca, titolare dell’agriturismo “la Perla Jonica”, di compiere un plateale gesto di protesta per quelli che considera torti subiti. Guglielmo Branca, nel primo pomeriggio di ieri, si è messo un cordone al collo e, davanti alla sede municipale di Bova Marina, sotto lo sguardo vigile dell’Arma dei carabinieri coordinati dal maresciallo Giovanni Galletta che hanno provveduto a circoscrive il sito e di numerosi presenti, si è legato alla ringhiera davanti alla porta della sede municipale, “Sono qui – ci ha dichiarato Guglielmo Branca - per protestare contro il rigetto che i miei legali hanno fatto a proposito del sequestro preventivo, da parte della Procura di Reggio Calabria, delle strutture in legno situate all’interno del villaggio di cui sono titolare”. Il sole cocente non ha, evidentemente disturbato il proprietario dell’agriturismo. Tutt’altro. Ha resistito anche ai pressanti inviti che alcuni amici gli fanno fatto per bere un po’ d’acqua e, dall’espressione del volto, si arguiva che la protesta non sarebbe terminata subito. “Contesto i modi e la tempistica che hanno usato nei miei confronti, neanche fossi – ha sottolineato Guglielmo Branca – un malavitoso! Desidero esporre a chi di competenza, assieme ai miei legali, le mie giuste considerazioni”. Si è interrotto per bere, finalmente, un sorso d’acqua che lo ha rinvigorito. Branca non ha avuto bisogno dei nostri inviti per rilasciare dichiarazioni e, nonostante il clima afoso ed il suo evidente stato di una persona che non sopporta l’enorme calore a cui era sottoposto, ha continuato ad esporre quelle che considera le sue ragioni. “Questa forma di protesta – ha esclamato in maniera tale che tutti i presenti sentissero – è un modo per richiamare l’attenzione di chi di competenza sui soprusi effettuati nei miei confronti”.
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