Reggio

Lunedì 25 Novembre 2024

Un uomo di legge e di coraggio, 33 anni fa l'omicidio del giudice reggino Antonino Scopelliti

Nino Scopelliti (magistrato)

Oggi, 9 agosto 2024, ricorre l'anniversario dalla morte del giudice Antonino Scopelliti, un uomo che ha lasciato un'impronta indelebile nella lotta contro la mafia in Italia. A 33 anni dalla sua tragica scomparsa, il suo ricordo rimane vivo, non solo nella memoria di chi lo ha conosciuto, ma anche nella coscienza collettiva di un Paese che continua a combattere per la legalità e la giustizia.

Un uomo di legge e coraggio

Nato a Campo Calabro, in provincia di Reggio Calabria, il 20 gennaio 1935, Antonino Scopelliti è stato uno dei magistrati più coraggiosi e determinati della sua generazione. Dopo una brillante carriera in magistratura, fu chiamato a ricoprire un ruolo cruciale nella lotta contro la criminalità organizzata, occupandosi dei processi più delicati e pericolosi dell'epoca. Scopelliti fu designato come giudice presso la Corte di Cassazione, dove avrebbe dovuto sostenere l'accusa nel maxiprocesso contro Cosa Nostra, il più grande procedimento penale mai condotto contro la mafia siciliana.

L'assassinio e la mano della mafia

Il 9 agosto 1991, mentre si trovava in vacanza nella sua terra natale, Scopelliti fu assassinato a Piale di Villa San Giovanni, un piccolo paese in provincia di Reggio Calabria. Fu vittima di un attentato organizzato da Cosa Nostra, in collaborazione con la 'ndrangheta calabrese, nel tentativo di ostacolare il corso della giustizia e di proteggere i capi mafiosi coinvolti nel maxiprocesso. L'agguato avvenne mentre il giudice si trovava alla guida della sua auto, colpito a morte da colpi di fucile. Scopelliti aveva 56 anni.

Un esempio per le generazioni future

La morte di Antonino Scopelliti fu un duro colpo per lo Stato italiano, ma non segnò la vittoria della mafia. Al contrario, la sua figura divenne un simbolo di resistenza contro la criminalità organizzata. Il suo sacrificio non è stato vano: la sua memoria continua a ispirare magistrati, forze dell'ordine e cittadini comuni nella lotta quotidiana contro le mafie.  

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