Ieri al Soccorso, domani pomeriggio al Tempietto. Il sindaco Giuseppe Falcomatà corre veloce per realizzare la sua “visione” trasformare Reggio da città sul mare a città di mare. Una città che riesca a vivere pienamente la sua dimensione proiettandosi verso l’azzurro dello Stretto che la divide e unisce con Messina. «Siamo orgogliosi – afferma il primo cittadino – di avere recuperato la zona del Tempietto, una parte della città che meritava di essere valorizzata. È un ulteriore tassello del puzzle del fronte mare cittadino. Bisogna fare uno sforzo di immaginazione per vederlo questo lungomare da Catona fino a Reggio Sud. Abbiamo completato il waterfront, il Parco lineare Sud, il parco del vento a Pellaro, Catona. L’area del Tempettio è la prima parte di un lavoro che proseguirà fino all’aggancio del ponte Calopinace (tempi comunque lunghi dal momento che il Comune ha avviato la rescissione del contratto con la ditta, ndr.) e il completamento del lungomare di Gallico. Il Tempietto un’area polifunzionale, dove ci sarà anche un playgorund dedicato a Kobe Bryant e un seggiolino preso dal vecchio palasport dedicato a coach Gaetano Gebbia. E poi c’è anche una palestra all’aperto e un’area giochi per i bambini, una fontana d’acqua che giocherà con la musica (Inno alla Gioia, Lago dei cigni e Nessun dorma) e sono stati piantati tanti alberi. Previsti anche tavoli per giocare a dama e scacchi. E anche un parco giochi per i cani. Previsto anche un chiosco per ristorare gli utenti, e anche dieci telecamere collegate con la centrale operativa della Polizia Locale per scoraggiare atti vandalici ma la migliore vigilanza sarà quella che faranno i cittadini». Ma prima di inaugurare il nuovo Tempietto c’è stata nuova vita per la piazza del Soccorso. Ancora Falcomatà: «Un momento atteso per il quartiere di Gebbione la restituzione della piazza del Divin Soccorso alla storica e tradizionale funzione che ha avuto nella nostra città di spazio e luogo di socialità, educazione, cultura, di scambio di idee e modo di vivere. Siamo orgogliosi di questo risultato perché questo quartiere per la sua tradizione e il suo ruolo determinate in città aspettava e meritava da tempo questa riqualificazione. La bellezza di questo luogo ci spinge a riconoscere i limiti delle tante cose che bisogna migliorare, ma la bellezza di questa piazza ci stimola a voler fare di più. A partire dagli spazi alle nostra spalle sui quali stiamo già lavorando». Un restyling che ha interessato la piazza del Divin Soccorso nella sua struttura progettuale pensata come tante stanze ideali di cui fruire senza alcun ostacolo dal punto di vista materico e visivo, con tre separé, spazi verdi, per far coesistere scenari diversi.