Reggio

Lunedì 25 Novembre 2024

Carceri, gravissimi disordini a Reggio Calabria rientrati dopo ore, danni alla struttura. Condanna dei sindacati

"C’è sempre più tensione nel panorama penitenziario del Paese, con diversi eventi critici che si stanno registrando in alcuni carceri italiani. Nella giornata di ieri, presso il carcere Arghillà di Reggio Calabria, un gruppo di detenuti di nazionalità georgiana si era asserragliato in una sezione, organizzando una spedizione punitiva contro un altro detenuto di cui non si conosce la cittadinanza, per motivazioni che saranno meglio approfondite dalle autorità competenti. A darne notizia sono *Domenico Pelliccia Segretario Generale Aggiunto e Massimiliano Di Carlo Segretario Nazionale della Federazione Sindacati Autonomi CNPP* che esprimono un ringraziamento al personale di Polizia Penitenziaria che ha operato con encomiabile professionalità, affinché non si verificassero ulteriori nocumenti per l’ordine e la sicurezza. Solo disordini e danni, fortunatamente senza nessun ferito. Occorrono rigorose misure di salvaguardia per il personale di Polizia Penitenziaria - continuano i sindacalisti - sempre più esposto a rischi per la propria incolumità psico-fisica, oltre a situazioni lavorative stressogene. Servono riforme che tengano realmente in considerazione le condizioni precarie in cui oggi, più che mai, versano gli Istituti Penitenziari. Restiamo fiduciosi tempi migliori - concludono - perché “nessuno tocchi Caino, ma neanche Abele” e vengano assicurate dignitosi elementi di vivibilità nelle carceri, per tutte e quelle donne ed uomini che prestano silenziosamente il proprio servizio a difesa della legalità". Erano circa le 17 di ieri pomeriggio quando, «Grazie all’impagabile opera della polizia penitenziaria, sono rientrati i disordini nella casa circondariale di Reggio Calabria Arghillà». Ne dà notizia, con un comunicato, il segretario generale dell’Uilpa polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio. "Da quanto apprendiamo - afferma De Fazio - nessuno si sarebbe fatto male, né fra i detenuti, né fra gli operatori, mentre si registrerebbero danni alla struttura. Sono ancora in corso le operazioni per mettere in sicurezza il penitenziario».

Già ieri la Uilpa, il sindacato della Polizia Penitenziaria, era intervenuto con una nota

«Gravissimi disordini nella Casa Circondariale di Reggio Calabria, plesso di Arghillà, dove un gruppo di detenuti di origini georgiane rifiuterebbe il rientro in cella nell’intenzione d’aggredire un ristretto allocato in altra sezione detentiva con cui ieri ci sarebbe stato un diverbio. La tensione è altissima e sono stati richiamati appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria liberi dal servizio, mentre ulteriori rinforzi stanno giungendo da altri istituti penitenziari della regione. Continuano così, di fatto senza soluzione di continuità, da nord a sud, isole comprese, i disordini nelle carceri del Paese». Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della UIlpa Polizia Penitenziaria. «Quanto sta accadendo - continua - è palesemente l’effetto dello stato di abbandono sostanziale in cui continuano a versare le carceri e i detenuti e a pagarne le spese, oltre a questi ultimi, è il Corpo di polizia penitenziaria che sconta le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato. Ormai si va al lavoro e non si sa quando e come se ne uscirà. Turni di 16, 18 e anche 24 ore, aggressioni, sono state oltre 2.000 dall’inizio dell’anno, rivolte, disordini e, quando va bene, un procedimento penale e uno disciplinare». Secondo De Fazio, «14.500 detenuti oltre i posti disponibili, 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, 66 suicidi fra i detenuti e 7 fra gli agenti nel solo 2024, richiedevano e richiedono misure straordinarie e ad effetto tangibile e immediato e non il placebo costituito dal decreto carceri. Ci auguriamo che il Governo nella sua interezza, ma soprattutto la Premier, Giorgia Meloni, vogliano prenderne compiutamente atto prima che il sistema tracolli definitivamente con conseguenze inimmaginabili».

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