Non bastava la crisi idrica, che qualche preoccupazione la desta anche in vista della riapertura delle scuole, ed ecco che una nuova emergenza catapulta il mondo dell’istruzione nell’incertezza. Malgrado dal Comune trapeli serenità («abbiamo le soluzioni»), intere comunità vivono con timore l’annunciata chiusura di nove plessi (ai quali si aggiunge la Pythagoras) a seguito delle verifiche strutturali disposte e volute dal Comune per garantire la sicurezza.
Gioco a incastro
Ai presidi si è chiesto di avanzare proposte: qualcuno può giostrare all’interno dello stesso Istituto comprensivo, per altri invece la coperta è già troppo corta. E comunque sia, spostare bambini delle primarie da una zona all’altra comporterebbe un disagio limitabile solo con un efficiente servizio di scuolabus. Va da sè che a Palazzo San Giorgio siano giornate convulse: bisogna fare in fretta. Il sindaco Falcomatà e l’assessora Briante, senza sbilanciarsi nei dettagli in questa fase, annunciano che per 6 scuole la soluzione sarebbe già in cantiere. Chiedono fiducia al Comune, e le famiglie al momento sembrano ben disposte a concederla. Il passare dei giorni e l’avvicinarsi del suono della campanella potrebbero, però, ribaltare sensazioni e stati d’animo.
Batti e ribatti
Sul fronte politico la polemica è già rovente. L’opposizione non le manda a dire: «L’amministrazione Falcomatà ha affossato anche la scuola», attaccano i consiglieri di minoranza più o meno compatti. Per il 5 settembre il presidente Ripepi ha intenzione di convocare una seduta ad hoc della commissione consiliare Controllo e Garanzia. E già si prevedono scintille. Anche perché, fa notare qualcuno, la comunicazione dell’ufficio Istruzione avrebbe delegato esclusivamente ai presidi le soluzioni mentre i vertici politici dell’amministrazione hanno, giustamente, imboccato la strada del dialogo e della massima collaborazione.
Piove sul bagnato
In un puzzle già di per sè molto complicato s’innesta la crisi idrica che da settimane flagella la città, compreso il centro. La carenza d’acqua avrà un impatto sulle scuole? Sarà sufficiente confidare nell’efficienza del servizio di autobotti in caso di necessità? Dubbi su dubbi all’orizzonte per le decine di migliaia di studenti (in tutta la provincia sono più di 72mila) che si apprestano a tornare tra i banchi.