Si prospettano numeri da maxi processo alla viglia dell’udienza preliminare dell’operazione “Atto quarto”, la retata della Procura distrettuale antimafia e della Polizia di Stato che ha travolto gli organigramma moderni della cosca di ’ndrangheta Libri, lo storico e potentissimo gruppo mafioso che dalla roccaforte Cannavò, area collinare della periferia sud della città, è riuscito a confermarsi ai vertici della cupola cittadina con una postazione di rilievo nell’ormai acclarato “direttorio di ’ndrangheta”. Cosca Libri che secondo gli analisti dell'Antimafia reggina è riuscita addirittura a consolidare la stessa forza e autorevolezza che anche nella fase delicata della “pax mafiosa” i fratelli, storici padrini, Domenico e Pasquale Libri (entrambi deceduti) aveva consolidato. L’inchiesta “Atto quarto” - a simboleggiare l'ennesimo colpo a ripetizione contro la stessa organizzazione mafiosa - è stato firmata dal procuratore Giovanni Bombardieri dai procuratori aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e dai sostituti Sara Amerio e Vittorio Fava: il pool antimafia ha chiesto il rinvio a giudizio per 30 persone (il Gip dispose 28 misure cautelari, 23 in carcere e 5 ai domiciliari) ed è il medesimo gruppo di indagati che il 17 settembre, all’Aula bunker di viale Calabria, comparirà davanti al Giudice dell’udienza preliminare Margherita Berardi, per rispondere delle pesanti contestazioni dell'accusa.