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Il sindaco di Rosarno dopo l’omicidio di Antonio Bellocco: «Basta fango, siamo contro le ’ndrine»

«Basta infangare il nostro Comune, la nostra comunità, i cittadini; basta come fanno certi media a insistere sull’equivalenza “Rosarno Mafia”. Nessuno nega i problemi, nessuno nega la presenza di famiglie ingombranti, ma siamo una comunità composta dal 99% di persone oneste. L’omicidio di Antonio Bellocco avvenuto nei giorni scorsi a Milano è stato un grande dispiacere perché il nostro paese assurge agli onori della cronaca di nuovo per questioni di mafia. A Rosarno esiste un ospedale, ma non funziona e sarebbe di grande aiuto alla comunità. I servizi basilari mancano. Non esiste il diritto alla salute». Lo ha dichiarato il sindaco di Rosarno Pasquale Cutrì intervistato da Klaus Davi che in questi giorni si trova a Rosarno per un’inchiesta sull'omicidio di Antonio Bellocco.
«La morte di Antonio Bellocco deve fare riflettere i giovani. Per un momento di felicità passano la vita a fare i latitanti o in carcere o nel peggiore di casi, come in questo caso purtroppo, sottoterra. Ci impegneremo nelle scuole – assicura Cutrì – per una forte sensibilizzazione: la vita del criminale non è tutto dominio, non è tutto potere. Non subiamo nessuna pressione dalle cosche di ’ndrangheta, nessun condizionamento, nessuno si è avvicinato. Siamo tutti uniti per formare uno scudo contro il malaffare. Nessuna richiesta, nessuna proposta indecente. Non temiamo Francesco Pesce detto “Testuni”, non sarà il vero sindaco di Rosarno. Se è libero vuol dire che lo Stato ha ritenuto che ha scontato la sua pena. Non subiremo nessuna pressione né da lui né da altri».

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