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Gli affari delle ’ndrine calabresi in Emilia. Chiesti oltre 300 anni di carcere

Sotto i riflettori estorsioni, riciclaggio, intestazione fittizia di beni e soprattutto il narcotraffico con i cartelli della droga colombiani

Richieste di condanne per oltre 300 anni a Bologna nel procedimento della Dda scaturito dall’operazione antimafia “Aspromonte Emiliano” sugli affari al nord delle ’ndrine della zona ionica reggina e del crotonese. Sono 35 gli imputati che dinnanzi al gup hanno deciso di essere giudicati con rito abbreviato, accusati a vario titolo di narcotraffico, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, sequestro di persona a scopo di estorsione ed armi, con l’aggravante mafiosa.

Il procedimento trae origine dall’operazione del maggio 2023, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bologna, che portò il gip del Tribunale di Bologna a firmare 41 misure cautelari. Durante l’operazione furono effettuati sequestri preventivi, finalizzati alla confisca, per un valore di oltre 50 milioni di euro.
L’indagine, durata due anni, è focalizzata sull’operatività di di un presunto sodalizio criminale composto da persone appartenenti o contigue alla ’ndrangheta reggina e crotonese. Secondo le ricostruzioni, i soggetti operanti in Italia avrebbero avuto un contatto diretto con i cartelli della droga colombiani, tra cui il “cartello del golfo”, ai quali, per la cessione dello stupefacente, avrebbero destinato denaro in contante fornito da criminali cinesi. Questi, infine, avrebbero ricevuto i soldi in conti correnti in Cina e a Hong Kong con una guadagno del 6% sul prestito concesso. Il traffico avrebbe riguardato principalmente cocaina, ma anche hashish e marijuana.

Per la Procura antimafia di Bologna «vertice indiscusso del gruppo» sarebbe stato Giuseppe Romeo, 38 anni, di San Luca, considerato un «soggetto di rilevantissimo spessore criminale» per il quale sono stati chiesti 30 anni di carcere, ridotti a 20 per via del rito abbreviato. Il processo proseguirà con le conclusioni delle difese e la sentenza è prevista ad ottobre.

Queste, nel dettaglio, le richieste di condanna della pubblica accusa: Teresa Alfì (Cirò Marina) 6 anni, Francesco Barbera (Rizziconi) 13 anni e 4 mesi, Simone Bumbaca (Roma) 9 anni, Giuseppe Cardaciotto (Cinquefrondi) 14 anni, Rosario Cistaro (Petilia Policastro) 14 anni, Giuseppe Condello (Taurianova) 18 anni, Niko Costanzo (Petilia Policastro) 6 anni, Pietro Costanzo (Petilia Policastro) 20 anni, Rosario Costanzo (Petilia Policastro) 8 anni, Alessio Drago (Cariati) 11 anni e 4 mesi, Claudio Fava (Scandiano) 10 anni e 8 mesi, Vincenzo Ferrinda (Oppido Mamertina) 8 anni, Luca Frustillo (Cirò Marina) 5 anni e 4 mesi, Giovanni Generoso (Cutro) 10 anni, Fortunato Giorgi (San Luca) 18 anni, Giuseppe Giorgi (Melito Porto Salvo) 10 anni e 8 mesi, Giuseppe Giorgi (nato in Belgio) 10 anni e 8 mesi, Nertil Hoxhaj (Albania) 14 anni, Gennaro Lonetti (Melissa) 16 anni, Massimiliano Masi (Roma) 10 anni e 8 mesi, Domenico Napoli (Locri) 8 anni, Daniele Pezzella (Napoli) 6 anni, Emiliano Ponticelli (Caivano) 1 anno, Francesco Procopio (Melissa) 11 anni, Ervin Proshka (Albania) 8 anni, Giuseppe Romeo (San Luca) 20 anni, Costanzo Sanna (Sassari) 6 anni e 8 mesi, Francesca Santoriello (Bagnolo in Piano) 6 anni, Michele Saracino (Cerignola) 12 anni, Francesco Silipo (Cutro) 18 anni, Francesco Sirto (Crotone) 4 anni, Ottavio Sirto (Isola Capo Rizzuto) 4 anni e 8 mesi, Ankeloid Tuci (Albania) 16 anni, Francesco Ventura (Isola Capo Rizzuto) 5 anni, Chunxiong Ye (Cina) 1 anno.

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