«Sono stata oggi al carcere di Reggio Calabria per incontrare Maysoon Majidi, l’attivista curdo-iraniana detenuta con l’accusa di essere una scafista. Maysoon si è molto emozionata: sa che non è sola e che siamo in tante e tanti a sostenerla. Fisicamente molto provata, Maysoon pesa appena 38kg, ma è determinatissima a portare avanti la battaglia per dimostrare la sua innocenza. Conserva gelosamente tutte le lettere e le cartoline che le sono arrivate dopo l’appello lanciato insieme a Luigi Manconi e Marco Grimaldi per il suo compleanno e che le danno conforto. Maysoon Majidi rischia di restare vittima di un enorme equivoco giudiziario in un processo partito da testimonianze di altri due migranti che avevano fatto il viaggio insieme a lei, tradotte in modo molto approssimativo. Per mesi a Maysoon non sono stati notificati atti in una lingua a lei comprensibile comprimendo così il suo diritto alla difesa. Ho fiducia che la magistratura giudicante chiarirà questo e altri elementi che rischiano di viziare il processo e di rovinare la vita ad una ragazza scappata da un regime autoritario in cerca solo di protezione e libertà». Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
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