Urne aperte per restituire al territorio la gestione della filiera di acqua e rifiuti. I sindaci oggi si esprimeranno per individuare gli amministratori che siederanno nel direttivo dell'autorità unica regionale che la Giunta Occhiuto ha voluto. Si chiude dopo due anni la stagione commissariale, affidata a Bruno Gualtieri, che secondo la legge regionale del 2022 avrebbe dovuto coprire solo un semestre. Un ritorno ai principi della democrazia che ha rischiato di discriminare il Comune di Reggio.
Solo dopo l'alzata di scudi di Palazzo San Giorgio si è fato ordine rispetto alle operazioni di voto. Il Comune di Reggio infatti era stato escluso dalle liste dell'elettorato attivo e passivo. Un pasticcio nato dal fraintendimento secondo cui avendo la Città Metropolitana uno dei sette posti di diritto all'interno dei 40 rappresentanti dei Comuni, si era pensato di “sostituire-escludere” Reggio. La Regione probabilmente per mero errore (almeno si spera) aveva eliminato il Comune capoluogo più popoloso dell'intera Calabria. Dopo la “battaglia” condotta dall'assessore all'Ambiente Paolo Brunetti è stato riconosciuto al Comune un posto nell'elettorato attivo e passivo tra gli enti con popolazione superiore ai 15 mila abitanti. Per eleggere i 40 rappresentanti che dovranno assumere le scelte sui temi strategici come acqua, depurazione e rifiuti i Comuni sono stati divisi in cinque fasce a seconda del numero di abitanti. Reggio ha diritto ad eleggere dieci rappresentanti, compreso quello della Città Metropolitana che rientra tra i 7 rappresentanti che di diritto avranno posto nel direttivo, (oltre alla Metro City Cosenza, Catanzaro, Crotone, Vibo, Lamezia Terme, Corigliano e Rossano).
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