È arrivata l’ora del sequestro, e questo è certo; non ancora quella dell’accertamento delle responsabilità – come auspicato dal sindaco Scarcella – riguardo l’area dell’ex mattatoio comunale, trasformata nel tempo in un vero e proprio sito di stoccaggio di rifiuti ingombranti, o discarica a cielo aperto che dir si voglia, tanto da richiedere l’intervento dei Carabinieri del Noe. Quali siano state e in che arco temporale si siano concretizzate le inadempienze è infatti tutto da stabilire, nonostante l’attuale primo cittadino abbia chiaramente asserito di aver ricevuto in eredità dalla precedente amministrazione un simile disastro e di aver proceduto lei stessa con due distinte denunce del 3 e 27 agosto scorso a segnalare alle autorità competenti le criticità ambientali riscontrate. Accuse che il suo predecessore, Aldo Alessio rispedisce prontamente e con forza al mittente evidenziando come in sua difesa parlino i cosiddetti formulari prodotti e depositati che confermerebbero il periodico conferimento della spazzatura indifferenziata al termovalorizzatore e alla piattaforma “Poly2Oil S.r.l”. «Il sindaco pro tempore – esordisce Alessio – secondo una tecnica ben collaudata, così come ha già fatto in altri enti, denuncia prima lei, mettendo così le mani avanti su eventuali responsabilità, per non rimanere indietro. Il materiale ingombrante, quando veniva portato all’ex mattatoio, veniva direttamente depositato all’interno a dei cassoni e non è mai stato in contatto con il suolo. Inoltre, al 31 dicembre del 2023 la nostra raccolta differenziata annuale è risultata pari al 6%, mentre la raccolta differenziata oggi è ferma al 4%».