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Catona, a scuola turni pomeridiani e niente attività extracurriculari: il caso finisce in Prefettura

I genitori di Catona chiedono soluzioni immediate: «Siamo amareggiati e delusi, violati diritti sanciti dalla Costituzione»

La sede della prefettura di Reggio Calabria

Il caso - o caos, che dir si voglia - scuole finisce sul tavolo del prefetto. Domani, infatti, Clara Vaccaro incontrerà una delegazione del comitato genitori della scuola “Dante Alighieri” di Catona, ancora in attesa del previsto trasferimento all’ex Ciapi dopo la chiusura del vecchio plesso per problemi statici.

«Il tempo delle chiacchiere e delle promesse è finito: la politica non è riuscita a dare risposte rapide e concrete all’incresciosa situazione che si è creata alla scuola secondaria di primo grado “Dante Alighieri” di Catona. Così – annuncia il comitato – lunedì, invece, di rappresentare il primo giorno di scuola presso i locali dell’ex Ciapi, come più volte annunciato dai rappresentanti dell’amministrazione comunale, sarà l’ennesimo tentativo da parte dei genitori i cercare di trovare una soluzione per i propri figli attraverso l’incontro programmato con il prefetto».

Le famiglie di Catona esprimono «tanta amarezza e delusione», specialmente «per le sorti dei ragazzi che, dopo due settimane di sacrificio, si sarebbero dovuti trasferire nei locali dell’ex Ciapi». I genitori puntano quindi l’indice contro le false rassicurazioni dell’amministrazione comunale» ma anche le «polemiche sterili create dai vari rappresentanti politici di maggioranza e di opposizione che anche questa volta hanno perso l’occasione di fare fronte comune». E parlano di «mistero legato all’approvazione della delibera da parte della Giunta regionale che già dalla seduta del 30 settembre avrebbe dovuto autorizzare la concessione dei locali regionali dell’ex Ciapi al Comune reggino mentre ad oggi nulla si è mosso». Il prezzo da pagare è «la rinuncia forzata – segnala il comitato – da parte dei bambini ad attività extra-scolastiche, che siano attività sportive anche agonistiche, attività musicali, frequenza di scuole di lingua straniera o addirittura di tipo sanitario, oltre al disagio in capo ai genitori che lavorano».
Di tempo - da fine agosto - se ne sarebbe perso fin troppo. Agli annunci di soluzioni non è seguito alcun fatto concreto, mancando ancora l’atto formale con cui la Giunta regionale concede i locali individuati dal Comune.

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