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'Ndrangheta a San Siro, il capo ultrà Ferdico tradì l’amico Beretta e scelse Bellocco

L’inchiesta “Doppia curva” racconta anche la storia di un tradimento e di una “infatuazione” da parte di un milanese per il mondo della ‘ndrangheta

02-10-2024 Capi ultrà interisti Antonio Bellocco, Andrea Beretta – che un mese fa ha ucciso il rampollo dell’omonima cosca – e Marco Ferdico

Non è solo una storia di criminali che si spacciavano per tifosi di calcio, di affari illeciti, sopraffazione e di infiltrazioni della ‘ndrangheta. L’inchiesta “Doppia curva”, eseguita lunedì scorso dalla Dda di Milano, racconta anche molto altro. Per esempio la storia di un tradimento e di una “infatuazione” da parte di un milanese per il mondo della ‘ndrangheta.

È la storia di Marco Ferdico, assurto al ruolo di capo ultrà della curva nord interista per volere del suo amico Andrea Beretta che, dopo l’uccisione del vecchio ras Vittorio Baiocchi nel novembre 2022, prende in mano le redini della tifoseria nerazzurra.

Beretta non può andare allo stadio per problemi con la legge, ma grazie a un colpo di mano impone la figura di Ferdico. Questi non era, all’epoca, uno dei papabili alla successione di Boiocchi: non possedeva il carisma del capo né una lunga militanza in curva. Altri avrebbero potuto ambire al quel posto di potere. Ma Ferdico è amico di Beretta e, soprattutto, porta come “dote” Antonio Bellocco, il calabrese legato alla ‘ndrangheta che permise Beretta di prendersi la Curva Nord e tutti gli affari illeciti ad essa collegati.

Come emerge dall’ordinanza di custodia cautelare, i tre si intendono a meraviglia, soprattutto all’inizio. Il colpo di mano riesce, Beretta e Ferdico grazie a Bellocco riescono a estromettere tutti gli altri gruppi organizzati dalla Curva e a prendere in mano gli affari che fino a pochi mesi prima venivano gestiti da Boiocchi e i suoi più stretti collaboratori: biglietti, merchandising, posteggi, estorsioni alle attività commerciali dentro e nelle vicinanze dello stadio. Si tratta di centinaia di migliaia di euro all’anno. Ma proprio per i soldi quel rapporto comincia a incrinarsi: Bellocco crede che Beretta nasconda parte dei guadagni del suo negozio di merchandising legato alla Curva. Lo dice a Ferdico, ma questi in un primo momento minimizza e cerca di tranquillizzarlo. Nelle intercettazioni confluite nell’ordinanza quei sospetti di Bellocco trovano poco spazio, ma nelle integrazioni eseguite dagli inquirenti dopo il 4 settembre trovano la loro centralità. Così come si coglie anche il cambio di atteggiamento da parte di Ferdico. Beretta in quella data uccide Bellocco e dopo essere stato arrestato dice di essersi solo difeso: «Nel corso dell’interrogatorio – si legge in una delle integrazioni - ha riferito anche ulteriori dettagli, ovverosia di essere, già da alcuni giorni, sottoposto a minacce da parte di Bellocco che, unitamente a Ferdico ed almeno altri complici, avevano lui rappresentato di volersi appropriare del merchandising della Curva Nord

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