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Concorsi “pilotati” all’Università di Reggio Calabria, al via il processo per i 40 imputati

Sono comparsi, nella mattinata di ieri, dinnanzi al gup distrettuale i 40 imputati coinvolti nell’inchiesta “Magnifica”. Implicato nel procedimento c’è il gotha del mondo accademico dell’università Mediterranea, finito nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Reggio Calabria che ha acceso i riflettori sui presunti concorsi pilotati nell’ateneo reggino.
La prima udienza, in realtà, era stata fissata per il 2 luglio scorso, ma un difetto di notifica aveva obbligato il gup al rinvio alla giornata di ieri.
Nel corso dell’udienza, sono state avanzate le richieste di costituzione di parte civile da parte della stessa università “Mediterranea”, che dopo lo scandalo ha cambiato i vertici che gestiscono l’ateneo, l’architetto Clarastella Vicari Aversa dalla cui denuncia è partita l’indagine della Guardia di finanza; Celestina Fazia e Serafina Andiloro. Il pubblico ministero, invece, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale sulla correttezza dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio, che è uno dei capi di imputazione contestato a vario titolo agli imputati.
Il gup si è riservato di sciogliere le riserve, sia in merito alle richieste di costituzione di parte civile che su quella del pubblico ministero, nella prossima udienza del 14 ottobre. In quella data, inoltre, sono previste anche le repliche delle difese.
Tra gli imputati i rettori soprattutto, ma non solo loro. Ci sono, infatti, praticamente tutte le figure apicali dell'università “Mediterranea” (pro rettore, direttore generale, direttori di dipartimento) oltre a docenti, responsabili delle procedure concorsuali e dell'ufficio tecnico tra i quaranta indagati dell'operazione “Magnifica”, l'inchiesta della Guardia di finanza che ha scoperchiato il filone dei presunti concorsi pilotati per l'assegnazione di cattedre all'università di Reggio Calabria a professori a sfavore di altri candidati con maggiori titoli; e l'utilizzo delle carte di credito dell’Ateneo per sostenere spese «per fini personali e non istituzionali».

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