«Negli ultimi anni il fenomeno delle false denunce da parte di mogli in fase di separazione e divorzio è in aumento, e in moltissimi casi si giunge a un’archiviazione o assoluzione dei denunciati. L’impressione è che alcune mogli tendano ad affidarsi agli inquirenti solo per perseguire i propri interessi economici e di affidamento dei figli in fase di separazione». Sono le parole di Franco (il nome è di fantasia, ndc) un uomo residente nella Locride che, nel mostrare le carte giudiziarie della sua travagliata esperienza, si racconta e motiva la propria adesione alla “Lega Uomini Vittime di Violenza” «associazione nazionale che si occupa di tutelare e dare supporto morale e legale a mariti o uomini oggetto di persecuzioni psicologiche e giudiziarie da parte delle loro mogli o compagne». L’altra faccia della violenza di genere, insomma.
La vicenda di Franco prende le mosse un paio d’anni fa, quando dal suo matrimonio con una donna una decina d’anni più giovane, sono nati due bambini. Un matrimonio che, come tanti altri, è andato via via scricchiolandosi, tanto da portare alla separazione, a seguito della quale l’uomo è tornato a vivere dai genitori, vigilando sulla condizione dei figli, evidentemente provati.
Tra Franco e la moglie dalle invettive reciproche si è passati ben presto alla carta bollata, con la donna che, come spiega l’attivista della Luvv «per ottenere l’affidamento esclusivo dei figli e della casa, così come un cospicuo assegno anche per sé, a parte quello legittimo per la prole, in sede civile ha chiesto l’addebito del divorzio» addossando ogni colpa al marito e denunciandolo ai Carabinieri per presunti atti persecutori, compresa l’installazione di dispositivi di controllo in casa, sull’automobile e il cellulare.
Tutte accuse che non hanno trovato riscontro né in sede civile e nemmeno in sede penale, tanto che la denuncia della donna è stata archiviata e la stessa risulta indagata per calunnia. Sono stati altresì citati in giudizio il padre e il fratello della donna, che si sarebbero resi protagonisti di gravi minacce nei confronti dell’uomo, alle quali non hanno dato seguito per l’intervento dei vicini di casa.
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