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Reggio, spaccio nella movida jonica: esclusa l’aggravante mafiosa NOMI

Processo “Ultima spiaggia”: il Tribunale dispone assoluzioni e «non doversi procedere». Cade l’accusa di un’associazione che aveva monopolizzato le cessioni di sostanze stupefacenti sul litorale di San Lorenzo

A dieci anni di distanza dall’imponente retata della Procura distrettuale antimafia (il blitz fu eseguito all'alba del 18 dicembre 2014), si chiude lo stralcio del processo “Ultima spiaggia” inerente la contestazione dell’associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti: un verdetto scandito da assoluzioni e prescrizioni. Esclusa l’aggravante mafiosa, riqualificata una delle originarie imputazioni dallo spaccio di sostanze stupefacenti in grande stile alla compravendita «di lieve entità», il Tribunale collegiale (Greta Iori presidente, Carla Costantino e Francesco De Leo giudici a latere) ha disposto «il non doversi precedere» nei confronti di cinque imputati – Francesco Canzonieri, Vincenzo Mangiola, Giuseppe Mercurio, Pasquale Principato e Basilio Tedesco – e la contestuale assoluzione di Mohammed Bofakari, Francesco Canzonieri, Giuseppe Mercurio e Pasquale Principato (difeso dagli avvocati Giacomo Iaria e Luigi Romeo).

I Giudici hanno fissato in novanta giorni «il termine per il deposito della sentenza». Il processo “Ultima spiaggia” è nato dall’operazione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio e dei carabinieri del comando provinciale che ha smantellato un’organizzazione che trafficava droga sull’asse Melito Porto Salvo-Reggio operando nell’orbita della presunta cosca di ’ndrangheta “Paviglianiti” di San Lorenzo.

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