Si è concluso con la dichiarazione di non doversi procedere per intervenuta prescrizione il processo d’appello a carico di Tommaso Delfino, Marco Bonato, Rodolfo Rocca e Luca De Filippo, accusati a vario titolo di riciclaggio collegato con l’acquisto di un’abitazione riconducibile al noto reporter Fabrizio Corona in via Cristoforis a Milano. I giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria (presidente Alfredo Sicuro, consiglieri Giuseppe Perri e Cristiana Foti), hanno osservato che il reato contestato ai quattro imputati, che aveva portato alla condanna in primo grado a 4 anni di reclusione ciascuno e alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, si è estinto «con decorrenza dalla consumazione del reato, in fatti anche considerando le sospensione verificatesi nel giudizio di primo grado».
La sentenza di Locri, emessa nel luglio del 2021, è stata impugnata dagli avvocati Eugenio Minniti, Giuseppe Chirillo, Gabriele Goldaniga, Roberto Curcuruto, Giuseppe Chiarello e Antonio Speziale, ritenendo che «l’acquisto dell’appartamento in capo, di fatto, a Corona è stato garantito attraverso una complessa operazione caratterizzata da una duplice simulazione negoziale (la compravendita il cui prezzo veniva incassato, per la maggior parte, da soggetti estranei al contratto), necessaria, da un lato, a non far apparire chi fosse il reale proprietario, dall’altro ad ostacolare l’identificazione della provenienza del denaro impiegato».
Riciclaggio nella Locride, quattro imputati “prescritti” in appello NOMI
“Caduta” la condanna di primo grado per l’acquisto di una casa per Fabrizio Corona
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