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'Ndrangheta a Reggio, inchiesta "Alta tensione": tutti assolti nel processo d'appello-bis NOMI

Tra gli assolti anche Eugenio Borghetto, uno dei presunti vertici dell'organizzazione mafiosa sotto accusa

Tutti assolti nel processo d'appello-bis dal reato di associazione mafiosa gli imputati dell'inchiesta “Alta tensione”, l’operazione della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria che aveva colpito un gruppo di persone che nell’ottica accusatoria avrebbe operato in contiguità al cartello di ’ndrangheta dei quartieri della cintura urbana sud della città tra i rioni San Giorgio Extra, Modena e Ciccarello, imponendo il pizzo a costruttori e commercianti.

Tra gli assolti anche Eugenio Borghetto, uno dei presunti vertici dell'organizzazione mafiosa sotto accusa, e seppure "limitatamente al periodo che va da maggio 2007 al 30 giugno 2011". Nei suoi confronti la pena è stata rideterminata "in relazione ai residui reati, già ritenuti in continuazione con i fatti di cui alla sentenza emessa dalla Corte d'Assise di Appello di Reggio Calabria il 3 aprile 2001" in 7 anni di reclusione con la revoca della pena accessoria.

La Corte d'Appello di Reggio Calabria (presidente Lucia Monaco) ha disposto 11 assoluzioni con formula ampia: nove – Bruno Caridi, Natale Iannì, Domenico Malavenda, Gianpiero Melito, Matteo Perla, Vincenzo Quartuccio, Diego Rosmini, Domenico Serraino e Giovanni Zindato - "per non avere commesso il fatto"; due – Biagio Consolato Parisi e Giuseppe Parisi - "perchè il fatto non sussiste".

La Corte d'Appello ha inoltre revocato la confisca di ciò che era stato in precedenza sottoposto a sequestro, indicando nei tradizionali 90 giorni "il termine per il deposito delle motivazioni. Il processo “Alta tensione” era ritornato in Corte d'Appello dopo l'annullamento con rinvio della Corte Suprema di Cassazione. La sentenza di primo grado risale all'aprile 2014.

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