Servirà un nuovo processo d’appello per la maggior parte degli imputati del processo “Magma”, procedimento nato dall’indagine della Dda di Reggio Calabria contro il clan Bellocco di Rosarno. La Corte di Cassazione, nella tarda serata di martedì, ha annullato con rinvio, limitatamente a singole contestazioni di reato, la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria il 29 giugno 2023. Per questo motivo, le posizioni di 14 imputati dovranno essere vagliate in un nuovo processo davanti a un’altra Corte d’Appello, ma solo per l’eventuale rideterminazione della pena. Per tutti era caduta in appello l’accusa di associazione mafiosa. Questa la sentenza dei giudici romani: Carmelo Aglioti, annullamento limitatamente all'aggravante dell'agevolazione mafiosa; Domenico Bellocco classe ’76, annullamento dell'aggravante del traffico internazionale di droga; Domenico Bellocco classe ’80, annullamento limitatamente all’aggravante dell’associazione di 5 o più persone per compiere un delitto; Umberto Bellocco classe ’80, annullamento con rinvio in merito alla contestazione dell'aggravante dell’associazione mafiosa; Francesco Corrao, annullamento con rinvio limitatamente al ruolo di apicale che il rosarnese avrebbe avuto nell’associazione per traffico internazionale di stupefacenti; Marco Fiori, annullamento dell’aggravante del traffico internazionale di droga; Alessandro Fonti, annullamento dell’aggravante del traffico internazionale di droga e dell’associazione mafiosa in relazione al capo 6; Francesco Fortini, limitatamente al capo 2; Bruno Gallace, annullamento limitatamente all’aggravante dell’ingente quantità di droga; Vincenzo Italiano, limitatamente all'aggravante del traffico internazionale di droga relativo al capo 2; Domenico Mercuri, limitatamente al ruolo apicale, al traffico internazionale di droga relativo al capo 2 e all'associazione mafiosa relativa 26, 21 e 22; Francesco Morano, limitatamente alla recidiva e all'aggravante del traffico internazionale di droga relativo al capo 2; Valentina Pizzuti e Domenico Scandinaro, limitatamente all'associazione mafiosa; Bujar Dejdinaj limitatamente alle circostanze attenuanti ex art. 62 bis cp. La Cassazione, infine, ha confermato le pene inflitte in appello rigettando i ricorsi degli imputati Antonio Orani, Giuseppe Pirrotta, Gianluca Straputicari, Pasquale Loiacono e Francesco Antonio Loiacono; Antonio Loprete, Giuseppe Loprete, Nicola Marinelli. Per tutti i 22 imputati che avevano impugnato la sentenza di appello è stata dichiarata l’irrevocabilità della sentenza. Tutti rispondevano, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico internazionale di droga, estorsione e una serie di altri reati tutti aggravati dalle modalità mafiose. Accuse che non avevano retto al vaglio della Corte d’Appello e adesso in Cassazione. Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale di Reggio Calabria a fine novembre del 2019 venivano ricostruite le presunte dinamiche criminali della cosca Bellocco a Rosarno e in altre regioni d’Italia, dove il potente clan rosarnese secondo la Dda aveva messo radici iniziando a trafficare droga e a occupare militarmente il territorio. Una cellula della cosca era ben presente da tempo nell’area di Roma, tra Nettuno e Anzio, e anche in Toscana dove le forze di polizia sono riusciti a individuare una vasta piantagione di marijuana riconducibile a affiliati dei Bellocco. Le forze di polizia, nel corso dell’inchiesta, erano riuscite a sequestrare qualcosa come 400 chili di cocaina, oltre a grosse partite di hashish, marijuana e armi, anche da guerra. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Pasquale Galati, Pietro Catanoso, Rosarno Scarfò, Giacomo Iaria, Manuela Gasparri, Luca Cianferoni, Domenico Vito Garreffa, Michele Novella, Roberto Borgogno, Vincenzina Leone, Pasquale Loiacono, Armando Veneto, Diddi Alessandro, Antonella Modaffari, Nicola Naponiello, Giuseppe Milicia, Michele Rausei, Domenico Leto, Giovanni Tropeano, Fabrizio D’Amico, Silvestro Runci, Vincenzo Cicino, Nicola Rao, Francesco Vianello Accorretti.