Dovrebbe essere l’ultimo lotto di lavori, quello che a febbraio restituirà alla città un sito archeologico fruibile. O almeno questa è la previsione di un cronoprogramma che purtroppo più svolte ha visto slittare in avanti i suoi traguardi. I lavori per la terza campagna di scavi sono stati consegnati qualche settimana addietro, l’impresa sempre la stessa che si è occupata delle precedenti ancora non ha riaperto il cantiere. Si dovrà indagare nell'area che doveva veder sorgere un parcheggio multipiano e che invece custodisce una importante testimonianza della Reggio dell'epoca romana. L’intervento prevede la realizzazione di una sorta di balconata e di una rampa e di tutti gli elementi necessari per rendere il sito fruibile al pubblico. Una sorta di piccolo parco archeologico nel cuore del centro storico a un passo dalla stazione ferroviaria. A distanza di otto anni forse la prossima estate la città potrà contare su un’attrazione in più da mettere in vetrina per i visitatori.
Una scoperta inattesa che ha rivoluzionato i progetti attorno a questa fascia di territorio che l'esito delle indagini ha rivelato essere destinata al culto nell’epoca romana. Dalla seconda campagna di scavi di piazza Garibaldi è emerso un tempietto di epoca romana, la cui datazione potrebbe oscillare tra il I secolo A. c e il primo secolo dopo, il secondo tempio di questo genere rinvenuto in Calabria. L’area in epoca romana era destinata al culto e il tempietto ne era probabilmente il fulcro centrale, per ora non sono affiorate altre strutture.
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