Ancora un no del Tribunale del riesame di Reggio Calabria agli appelli del Pubblico ministero per l'emissione di una misura cautelare in carcere.
Il collegio della Libertà (presidente Antonino Francesco Genovese, giudice relatore Aurèlie Patrone e giudice Lucia Antonella Bongiorno) ha confermato il regime di indagata a piede libero (nello specifico gravata dall'obbligo di presentazione trisettimanale alla Polizia giudiziaria), come disposto nell'ordinanza del Gip di Reggio Calabria del 29 maggio scorso, per Martina Giustra, una delle scrutatrici dell'ormai famoso seggio elettorale della frazione collinare nord di Reggio, Sambatello, dove qualche voto fantasma, stando alle conversazioni degli stessi indagati intercettati dagli investigatori dell'Arma Carabinieri, ci sarebbe stato a beneficio di quegli stessi candidati adesso coindagati in “Ducale”.
La Procura aveva chiesto al Tdl l'applicazione di una misura in carcere contestando nello specifico la motivazione "con la quale il Giudice primae curae era pervenuto al disconoscimento della gravità indiziaria in relazione all'aggravante mafiosa". Una doppia richiesta respinta dal Tribunale del riesame.
Già discussi gli appelli della Procura sulle posizioni dei due politici indagati in “Ducale”, l'ex capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Neri; e l'ex capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale a Reggio, Giuseppe Sera. Anche a carico di entrambi la Dda insiste per la misura cautelare.
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