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Gioia Tauro è l’hub della cocaina per il mercato europeo: l’arresto di tre colombiani legati alla ’ndrangheta

Il porto di Gioia Tauro, uno dei più grandi e importanti scali di transhipment del Mediterraneo, si conferma il principale snodo europeo per il traffico di cocaina proveniente dall’America Latina. La recente operazione, che ha portato alla cattura di tre uomini in Colombia con l’accusa di aver orchestrato il trasporto di cloridrato di cocaina fino al cuore della Calabria, evidenzia il ruolo strategico di Gioia Tauro come porta d’ingresso per il narcotraffico internazionale.
In un’operazione congiunta tra la Fiscalía General de la Nación colombiana, la Polizia Nazionale e le autorità internazionali, sono stati individuati César Alexander Hernández Caballero, alias “El Calvo”, Haroll Miranda Castaño e José William Méndez Caycedo, tre uomini che sarebbero collegati alla ’ndrangheta e responsabili di un sistema logistico che, partendo dalla Colombia, convogliava il narcotico direttamente in Italia.
Le indagini hanno dimostrato che Gioia Tauro non è soltanto un porto di passaggio, ma un vero e proprio hub per la cocaina destinata al mercato europeo. Solo il 26 ottobre scorso, in un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), sono stati sequestrati quasi 800 chili di cocaina purissima, nascosti in due container che trasportavano apparentemente solo succo di ananas e sacchi di sesamo. La sostanza, se immessa sul mercato, avrebbe fruttato circa 120 milioni di euro. Nel corso del 2024, le autorità hanno effettuato numerosi sequestri a Gioia Tauro, per un totale di circa 3,8 tonnellate di cocaina.
Questi risultati riflettono l’enorme pressione esercitata sul porto calabrese, che è costantemente monitorato dalle forze dell’ordine in collaborazione con le agenzie doganali. Tuttavia, la portata del traffico indica anche una connessione radicata tra le reti sudamericane di narcotraffico e la ’ndrangheta, la quale utilizza il porto come un punto sicuro e strategico per far entrare la droga in Europa.
Secondo le ricostruzioni, i tre uomini arrestati erano coinvolti direttamente nell’approvvigionamento e nello spostamento della cocaina dalle zone rurali di Nariño, in Colombia, fino ai porti caraibici, per poi indirizzarla in Europa.

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