Parola alle difese nel processo agli agenti della penitenziaria delle carceri “San Pietro” sotto accusa per le presunte botte e violenze inferte a un detenuto. In Tribunale ieri il controesame-bis al vicequestore aggiunto della Polizia di Stato, Paolo Valenti, che è il principale testimone del Pubblico ministero per essere stato il funzionario della Squadra Mobile che ha coordinato le attività di indagine. In netta contrapposizione le visioni tra accusa e difese sul pomeriggio da inferno vissuto il 22 gennaio 2022 all'interno dell'istituto penitenziario quando un gruppo di agenti (undici) ed il loro comandante avrebbero usato le maniere forti contro il detenuto napoletano, Alessio Peluso, trasferito da pochi giorni nella casa circondariale al quartiere Sbarre dopo un lungo peregrinare tra diversi istituti penitenziari del sud Italia - prima di Reggio era passato a Lecce, Secondigliano, Frosinone e Rebibbia - da dove veniva puntualmente allontanato «per incompatibilità ambientale» Per la Procura sarebbero state botte e una catena di violenze; per i penalisti, che ieri all'Aula bunker hanno provato a ribaltare le accuse, si trattò di «un uso legittimo della forza» come reazione all'ennesima scorribanda dello stesso detenuto che dopo una lunga serie di intemperanze e atteggiamenti arroganti sarebbe arrivato al punto di sottrarre un televisore dalla saletta degli agenti per ritorsione ad alcuni beni personali che non riusciva a rientrare in possesso rifiutandosi di rientrare in cella dopo aver goduto delle ore di aria.
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