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Reggio Calabria: rifiuta l’alloggio troppo piccolo, il Tar le dà ragione contro il Comune

Le avevano assegnato, dopo una lunghissima attesa, un alloggio popolare non idoneo ad accogliere il proprio nucleo familiare, ma dopo aver rifiutato è stata depennata dalla graduatoria del Comune. Il Tar, però, ha annullato il provvedimento.
È questo il caso curioso di una cittadina che ha contestato il provvedimento con il quale il Comune ne dichiarava la decadenza dalla graduatoria definitiva del “Bando ordinario 2019” per l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica in locazione semplice ai sensi della legge regionale numero 32 del 1996. Il 18 giugno scorso era stata disposta in suo favore l’assegnazione in locazione ma, secondo il Comune, la signora convocata per l’accettazione dell’unico alloggio disponibile individuato, recatasi presso l’immobile per l’espletamento degli ultimi adempimenti amministrativi si rifiutava di firmare il verbale di consegna ed accettazione, e ciò benché l’alloggio fosse «confacente alla composizione del nucleo familiare e …, a seguito degli interventi di ristrutturazione ed adeguamento effettuati, conforme ai requisiti igienico-sanitari nonché di idoneità abitativa». Ad agosto l’Ente comunale ne dichiarava, dunque, la decadenza dalla «vigente graduatoria definitiva del “bando ordinario 2019” in locazione semplice … e dal conseguente diritto all’assegnazione di un alloggio». Da qui il ricorso perché la signora ha contestato di non aver mai ricevuto alcuna lettera di convocazione per la scelta dell’alloggio, venendo, piuttosto, invitata telefonicamente a presentarsi nella data e nel luogo indicati per la sottoscrizione del verbale di consegna dell’alloggio. Nell’occasione, tuttavia, non le sarebbe stata concessa la possibilità di scegliere, in alternativa a quella proposta, una diversa abitazione tra quelle disponibili, venendo di contro intimata dal personale amministrativo del Comune ad accettare l’alloggio assegnatole «a pena di decadenza»; e tanto nonostante le condizioni dell’edificio fossero visibilmente ammalorate (nell’androne di ingresso e sul pianerottolo in corrispondenza dell’alloggio) e le dimensioni dell’immobile non confacenti alla composizione del suo nucleo familiare.

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