Platì è il comune più giovane d’Italia. Lo ha comunicato, piuttosto a sorpresa, a dire il vero, è stata la recente indagine Istat che riporta un saldo naturale (tra nascite e morti) che ha fatto registrare un +40, che fa da contraltare al saldo migratorio negativo, -35, e soprattutto un’età media dei residenti di 37,2 anni (laddove Drenchia, paesino in provincia di Udine, con appena 98 abitanti, ha l’età media più alta, 65 anni).
«Questi dati dell’ISTAT devono essere utilizzati come una opportunità – ha detto Rosario Sergi – facendo sì che questa peculiarità diventi un punto di forza, aumentando la capacità di ritenzione sui nostri territori dei nostri giovani».
L’idea di Sergi è semplice: «Ci sentiamo di avanzare una proposta ai Ministeri delle Finanze e dell’Interno affinché nel fondo di solidarietà comunale si considerino tra i parametri di riparto anche gli indici di natalità comunale perché sarebbe opportuno andare a incoraggiare con più risorse quei comuni che sono virtuosi sotto questo punto di vista».
Richiamando un recente intervento di Marco Minniti presidente della Fondazione Med-Or «che evidenziava come l’Europa stia andando verso il baratro dello spopolamento e gli ingressi controllati sono necessari per far sì che la popolazione europea mantenga determinati standard, noi rispetto a questo dato – spiega Sergi – siamo in controtendenza. Mentre il mondo invecchia Platì ringiovanisce, ma abbiamo una bassissima capacità di ritenzione data dalla mancanza di servizi. Il meccanismo si inceppa quando lo Stato va a dare più soldi rispetto al numero di abitanti, quindi dove ci sono più abitanti ci sono più servizi».
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