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Il processo a Locri alla giovane irachena Marjan Jamali, nessun contatto con il secondo “scafista”

Dagli esiti investigativi non sono stati ricavati contatti, chat o conversazioni di alcun tipo precedenti all’imbarco, tra gli imputati Marjan Jamali e Babai Amir. È quanto emerso davanti al Tribunale di Locri nel corso dell’udienza del processo a Marjan Jamali, difesa dall’avv. Giancarlo Liberati del Foro di Reggio Calabria e Babai Amir, difeso di fiducia dall’avv. Carlo Bolognino del Foro di Locri. I due imputati sono sotto processo con l’accusa di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina poiché accusati di essere organici all’organizzazione dedita al traffico di migranti e avrebbero svolto il ruolo di scafisti sull’imbarcazione nella quale con altri 103 migranti sono sbarcati a Roccella il 27 ottobre 2023.
A seguito della richiesta di alcuni chiarimenti da parte del difensore di Babai Amir, l’avv. Bolognino, il teste ha precisato che non sono stati ricavati contatti, chat o conversazione di alcun tipo tra i due imputati, contrariamente a quanto era stato prospettato da alcuni testimoni in altra udienza. Nel corso dell’ultima udienza, inoltre, è emerso che esistevano conversazioni con presunti trafficanti o membri dell’organizzazione e altri elementi investigativi da cui ricavare che il Babai avesse un ruolo nella gestione dei migranti o del viaggio oggetto del processo.

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