Non si tratta di un semplice sfogo, ma della denuncia di uno scontro istituzionale che si sta consumando a Palmi. Un scontro con il Commissariato di polizia rimasto sottotraccia per diverso tempo e che il comandante della Polizia locale Francesco Managò, alla fine, ha deciso di rendere pubblico. Il motivo che lo ha portato a prendere questa decisione è la posizione assunta dalla Prefettura di Reggio Calabria davanti alla sua richiesta di convocazione: il silenzio. «Porto la divisa da più di trent’anni – ha dichiarato alla Gazzetta del Sud – e la mia carriera non l’ho costruita dietro le scrivanie, ma sulla strada. Almeno l’ascolto lo pretendo».
La richiesta di convocazione partita da Palmi alla volta di Reggio Calabria aveva un motivo preciso: il crescente attrito con il Commissariato di Palmi. «Per spiegare come si è giunti a questa situazione mi tocca partire da lontano – ha spiegato Managò – la Polizia locale è come il brutto anatroccolo delle fiabe. Rispetto alle forze di polizia dello Stato, a parità di compiti e funzioni (seppur circoscritti al territorio comunale), ha degli strumenti e delle tutele molto inferiori. Eppure oggi le operazioni compiute dalle polizie locali in tantissime città italiane sono all’ordine del giorno con arresti, sequestri di quantitativi ingenti di droga, operazioni contro la criminalità organizzata».
E per rendere chiaro quale sia l'apporto al controllo del territorio da parte del Comando di Palmi, Managò cita i numeri del 2024: «Siamo stati impegnati in molteplici attività di polizia giudiziaria e ambientale, circa 90 informative di reato depositate all’autorità giudiziaria per violazioni del codice penale o leggi speciali, 38 persone denunciate per reati edilizi, 10 immobili sottoposti a sequestro. Tra le attività più importanti voglio ricordare l’indagine sugli scarichi abusivi in mare di un resort, con denuncia e relativo sequestro dello scarico, le 7 persone denunciate per abbandono di rifiuti. E anche gli ottimi risultati del Nucleo operativo di sicurezza urbana con il compito di operare controlli per la prevenzione dello spaccio di stupefacenti fuori le scuole. Bene, questo servizio, insieme a molti altri, non vengono più svolti per diversi motivi, non ultimo quello della mancanza di collaborazione istituzionale che è indispensabile per fare questo tipo di lavoro».
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