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“Greca”... alle calende greche: l’ospedale di Locri resta al palo

Come fa notare “Comunità competente” un altro anno è trascorso invano, nonostante la messa a norma sia finanziata. «Con 39 milioni disponibili non si è stati in grado di fare la gara e si richiede una proroga!»

L’attesa per i lavori di adeguamento strutturale al padiglione “Greca” dell’ospedale di Locri dura da un quarto di secolo; ed è destinata a protrarsi di un altro anno. Anche sotto le feste natalizie, non decresce l’attenzione dei professionisti di “Comunità Competente”, la rete di associazioni e comitati che fa capo a Rubens Curia, che nel tardo pomeriggio del giorno di Santo Stefano ha diramato una nota stampa nella quale si lancia l’ennesimo allarme sulla questione, dopo aver amaramente constatato che l’anno che volge al termine, da questo punto di vista, è trascorso invano.

È stato proprio Curia, insieme all’ingegner Francesco Costantino, a scrivere che «il decreto del Commissario ad Acta (DCA) 418 del 21 dicembre scorso che riguarda la messa a norma dell’ospedale di Locri è il paradigma della malagestione dei finanziamenti dell’edilizia sanitaria in Calabria da noi più volte denunciata. Mentre in altre regioni – prosegue la nota – gli ospedali con i fondi dell’articolo 20 della legge 67/88 sono funzionanti, in Calabria siamo alla progettazione».
Per corroborare il loro assunto, Costantino e Curia hanno ricordato che «il finanziamento per la greca dell’ospedale di Locri risale al secolo scorso (anno 1999)» come Costantino scrisse nel 2023 nel libro “Per una sanità partecipata ” nel capitolo sull’Edilizia Sanitaria in Calabria.

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