Reggio

Venerdì 31 Gennaio 2025

Reggio, l'incidente-attentato a Giorgio Benestare. Esclusa l’aggravante mafiosa

Resta il tentato omicidio ma non c'è stata la ’ndrangheta dietro l'attentato, camuffato da incidente stradale, ai danni di Giorgio Benestare, detto “Franco”, investito il 26 maggio 2021 nel quartiere Archi da un furgone “Fiat Doblò” di colore bianco mentre percorreva a piedi via Croce Cimitero, a poca distanza dalla propria abitazione, riportando gravissime lesioni. Uno scenario riscritto dalla Corte d'Appello (il collegio della seconda sezione presieduto dalla dottoressa Francesca Di Landro, consiglieri i giudici Pietro Scuteri e Laura Palermo) che «in parziale riforma» della sentenza emessa dal Tribunale collegiale l'11 aprile 2023, ha escluso «la contestata circostanza aggravante mafiosa in relazione a ciascuno dei tre reati» e rideterminando la pena nei confronti di Emilio Molinetti a 13 anni e 6 mesi di reclusione (in primo grado era stato condannato a 15 anni di carcere, accogliendo la richiesta avanzata dal procuratore aggiunto Stefano Musolino). Il giovane sotto accusa è stato difeso dagli avvocati Corrado Politi e Luca Cianferoni. Un passaggio importante e delicato perchè con la sentenza della Corte d'Appello viene ribaltato il movente sull'attentato dettato da decisioni e strategie di ’ndrangheta sostenuto sin dalla prima fase dagli inquirenti: «Un riassetto delle dinamiche di ’ndrangheta nella locale di Archi». Per i Giudici di piazza Castello, che si sono riservati «in giorni 90 il termine per il deposito della motivazione», la regia è quindi diversa dai contesti di criminalità organizzata. La vicenda, seppure rimodulata nel carico d'accusa, resta ancora aperta e passerà al vaglio, ed alla valutazione, della Corte Suprema di Cassazione anche sul ruolo ricoperto da Emilio Molinetti nella fase drammatica dell'investimento che anche in Appello è stato riconosciuto responsabile del tentato omicidio. Nel capo di imputazione si sostiene che «l’autista dell’autoveicolo aumentava la velocità una volta individuato il pedone e lo colpiva indirizzando la traiettoria del mezzo contro la vittima designata».

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