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Reggio, medici sotto tiro: «Continue aggressioni perché nessuno viene punito»

Il commissario del Gom spiega che «il problema è sottovalutato». Scaffidi: «Ringraziamo le forze dell’ordine per il loro lavoro straordinario, tuttavia si rischia una tragedia annunciata»

Gianluigi Scaffidi

Le aggressioni ai medici ormai non fanno quasi più notizia, tuttavia quelle che accadono al Gom fanno molto rumore. Ne abbiamo parlato con il commissario del Gom Gianluigi Scaffidi, il quale ci ha offerto un punto di vista che fa riflettere.

Perché si ripetono le aggressioni ai medici del Gom?

«Facciamo una premessa. Ci sono tutti gli elementi per potere punire gli aggressori e nel contempo dare un esempio a quanti dovessero tenere condotte violente in ospedale, non solo al Gom. Tuttavia le aggressioni stanno diventando una regola perché gli autori restano impuniti nell'immediato. Se saranno puniti accadrà fra anni quando nessuno si ricorderà più dell'evento. L'irrogazione della pena prevista sarebbe la giusta punizione per gli aggressori e servirebbe anche da deterrente per altri malintenzionati».

Come vivono i medici questo clima di violenza?

«Ovviamente i medici vivono con estrema difficoltà l'aggravarsi di questo clima di violenza nei confronti di chi espleta un servizio a tutela della salute di tutti i cittadini senza esclusione o preferenze. Ciò comporta una mancanza di serenità, che non consente un pieno espletamento delle competenze possedute da ciascuno».

Lei è preoccupato?

«Molto. Quel che viene sottovalutato è la pericolosità di queste continue aggressioni che per un nonnulla potrebbero trasformarsi in una tragedia annunciata. Abbiamo incrementato i controlli di sicurezza e ciò si è dimostrato importante poiché le forze dell'ordine, cui va sempre il nostro ringraziamento, giungono sempre tempestivamente per fermare gli aggressori. Ciò, tuttavia, non basta, perché se un paio di giorni dopo l'aggressore torna in circolazione, la morale che si trae è che bisogna andare in ospedale ad aggredire il personale se si vuole essere visitati».

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