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È Pietro Gaeta il nuovo procuratore generale della Cassazione. Lo ha deciso il plenum del Csm, a maggioranza, durante la seduta straordinaria di questo pomeriggio presieduta dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. A sostegno della nomina di Gaeta, fino ad oggi avvocato generale alla Suprema Corte, sono stati espressi in plenum 20 voti, contro le 9 preferenze andate all’altro candidato, Pasquale Fimiani, anch’egli avvocato generale al 'Palazzaccio'. Gaeta assumerà il nuovo incarico a partire dall’11 marzo prossimo, quando andrà in pensione l’attuale pg Luigi Salvato. Il capo della procura generale della Cassazione, tra le sue competenze, ha quella di titolare, assieme al ministro della Giustizia, dell’esercizio dell’azione disciplinare per le toghe, ed è uno dei membri di diritto del Consiglio Superiore della magistratura.
A favore di Gaeta hanno votato la prima presidente della Cassazione Margherita Cassano e il pg della Suprema Corte Salvato, i laici Carbone (Iv) e Romboli (Pd), oltre a tutti i togati, tranne 4 del gruppo di Magistratura Indipendente (Nicotra, Marchianò, Mazzola e Scaletta), i quali hanno invece sostenuto Fimiani. Si è astenuto il vicepresidente Fabio Pinelli, mentre hanno votato per Fimiani i 5 laici di centrodestra Bertolini, Eccher, Bianchini, Aimi e Giuffrè.
Gaeta, 67 anni, originario di Reggio Calabria, è in magistratura dal 1981 e ha iniziato la sua carriera come giudice al tribunale di Paola, poi è stato pretore a Melito di Porto Salvo e a Reggio Calabria. Tra il '90 e il '95 ha svolto funzioni di pm per i minorenni a Reggio Calabria, e, in seguito, di pm a Palmi. Successivamente è stato collocato fuori ruolo quale assistente di studio alla Corte costituzionale e dal 2010 al 2019 è stato sostituto pg in Cassazione, prima di assumere il ruolo di avvocato generale alla Suprema Corte.
La presidente Cassano ha voluto sottolineare nel suo intervento in plenum le «non comuni capacità intellettuali» di Gaeta, «il suo rigore morale, la sobrietà, il riserbo, e il grande contributo scientifico, oltre alla capacità organizzative». Anche il pg Salvato ne ha elogiato «la capacità tecnica fuori dal comune, l’equilibrio, il senso delle istituzioni». (AGI)
Oll
(AGI) - Roma, 26 feb. - Tra i procedimenti principali seguiti da Gaeta come pg in Cassazione, quello sulle violenze alla scuola Diaz nei giorni del G8 di Genova nel 2001, e, per quanto riguarda il settore disciplinare, quello nei confronti di Luca Palamara.
La consigliera togata di Magistratura Indipendente Bernadette Nicotra, nel suo intervento in plenum, aveva invece voluto sottolineare «l'umiltà, l’onestà intellettuale, la disponibilità al dialogo e al confronto» dell’altro candidato Pasquale Fimiani, dichiarando il suo voto per lui, il quale, aveva rilevato la togata di MI, «si è detto convinto della necessità di ricercare sempre soluzioni condivise e questo corrisponde pienamente alla mia idea del ruolo della dirigenza degli uffici giudiziari. Neanch’io credo all’idea di un uomo solo al comando. Sono convinta, al contrario, che la gestione partecipata degli uffici sia il migliore antidoto contro il verticismo e la gerarchizzazione».
Anche la laica eletta in quota Lega Claudia Eccher afferma di aver «votato convintamente, dopo averlo proposto in Commissione, il dottor Pasquale Fimiani. Lo ritenevo il più titolato fra i vari candidati, tutti comunque di eccellente livello, avendo in tutta la sua carriera effettuato sempre attività giurisdizionale. Peccato che la maggioranza dei togati - sottolinea in una nota Eccher - abbia fatto scelto diverse, preferendogli il dottor Pietro Gaeta che per quasi un decennio è stato lontano dalle aule di giustizia ricomprendo l’incarico fuori ruolo di assistente di un giudice della Corte costituzionale. Incarico sicuramente prestigioso ma molto distante dalla quotidianità dell’esercizio della funzione giudiziaria richiesta per ricoprire il ruolo di pg della Cassazione. Non vorrei che, a parte le polemiche apparse sui giornali in questi giorni, il voto dei togati sia stato condizionato dalle solite dinamiche che caratterizzano le correnti della magistratura».
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