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Bovalino ricorda il brigadiere Antonio Marino. “Mio padre ucciso dalle ’ndrine. Io indosso la divisa in suo onore”

Oggi la Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Fu ammazzato a Bovalino nel 1990 Il figlio Francesco, maggiore dei Carabinieri, ricorda il suo sacrificio

Suo papà ha appena fatto in tempo a conoscerlo, troppo poco però per avere ricordi. Quelli li ha dovuti costruire passo dopo passo attraverso i racconti di sua madre, dalle foto in bianco e nero sparse per casa.
E poi ci sono i racconti dei colleghi di suo padre, coloro i quali hanno condiviso con il brigadiere Antonino Marino i terribili anni dei sequestri di persona in Aspromonte e la lotta ai clan che avvelenavano la vita nei paesi della Locride.
Oggi Francesco Marino veste la stessa divisa dei carabinieri di suo padre, «onore e onere grandissimo» per un figlio di un militare dell’Arma, ucciso dalla ‘ndrangheta la sera del 9 settembre 1990 a Bovalino, quando Francesco aveva appena un anno e mezzo e suo padre 30. In quell’agguato rimasero feriti anche lui e la madre. I clan di Platì, dove Antonino Marino aveva diretto la stazione dei carabinieri per diversi anni, non gli avevano perdonato lo zelo con cui dava la caccia ai sequestratori e agli ‘ndranghetisti del paese.

Nel giorno che commemora tutte le vittime della mafia, il maggiore Marino parteciperà a uno dei tanti eventi in programma per portare la sua testimonianza di figlio e di carabinieri tra i cittadini perché «la memoria – afferma - è il primo passo per contrastare la criminalità organizzata».
Lo stesso impegno che lo porta a incontrare spesso i ragazzi delle scuole, anche se sono lontane dalla Calabria, da quella Bovalino dove è cresciuto insieme alla mamma e alla sua famiglia. Il maggiore dopo 10 anni in Sicilia è stato trasferito a Rovigo, in Veneto.
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