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Guardie e ladri al porto di Gioia Tauro. «Così gestiamo tonnellate di cocaina»

I racconti dei pentiti e le operazioni di contrasto fra i container in arrivo dal Sud America. Flusso continuo: nei primi mesi del 2025 sequestri già per centinaia di milioni di euro

Un fermo immagine tratto da un video della Guardia di Finanza mostra un momento dell'operazione che ha portato al sequestro record di cocaina nel porto di Gioia Tauro, 16 maggio 2023. I finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria ed i funzionari dell'Ufficio dogane hanno trovato in due container provenienti da Guayaquil, nell'Ecuador, e destinati in Armenia, attraverso il porto di Batumi, in Georgia, due tonnellate e 734 chilogrammi di cocaina purissima. ANSA/ UFFICIO STAMPA ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY + NPK+

Sonny e il “boss dei van Gogh”, Vincenzo Pasquino e Rocco Morabito, e poi i messicani, i colombiani, gli ecuadoregni. Insieme, avrebbero fatto arrivare tonnellate di cocaina al porto di Gioia Tauro.
Dal Sud America alla Calabria: una rotta che le ’ndrine per anni hanno considerato sicura, mettendo in conto anche qualche sequestro. Tanta di quella droga viaggia sulle navi container che perdere alcuni carichi è ampiamente messo in preventivo. Non a caso di «tonnellate di cocaina» ha parlato, interrogato anche dai magistrati della Dda di Reggio, il narcoboker Raffaele Imperiale, oggi collaboratore di giustizia, che ha acquisito notorietà quando due dipinti di Van Gogh, rubati nel 2002 ad Amsterdam, sono stati recuperati a Castellammare di Stabia in una sua vecchia villa, nascosti in una cavità muraria accanto alla cucina.
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