
Tra le vicende investigate nell’ambito della maxioperazione denominata “Millenium”, eseguita nei giorni scorsi dai carabinieri del Comando provinciale e coordinata dalla Procura antimafia di Reggio Calabria, c’è anche un particolare episodio in cui risulta indagato il sidernese Vincenzo Muià, per un’ipotesi di estorsione e di un’altra tentata.
I due fatti, entrambi aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso, accaduti nel 2019, sono stati ricondotti dagli inquirenti al tentativo di Muià di rientrare in possesso di 125 mila euro che avrebbe consegnato anni prima ad un altro indagato, Vincenzo Giglio, affinché questi potesse corrompere un magistrato non meglio identificato, attraverso i contatti che avrebbe vantato presso la Corte di Cassazione, per favorire l’esito del processo “Crimine”, in cui era rimasto coinvolto Carmelo Muià, detto Mino, che però non andò a buon fine. Mino Muià, infatti, è stato condannato in via definitiva nel processo Crimine a 8 anni di reclusione ed è poi stato ucciso in un agguato avvenuto il 18 gennaio 2018.
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