Beni per oltre 140 milioni di euro sono stati confiscati dalla guardia di finanza a
cinque imprenditori coinvolti nell’inchiesta "Andrea Doria" relativa all’infiltrazione della 'ndrangheta nel settore del commercio di prodotti petroliferi. La confisca è stata disposta dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale che ha emesso due provvedimenti su richiesta della Dda di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giuseppe Lombardo.
L’indagine, condotta dalla Guardia di finanza, aveva svelato un articolato sistema di frode fiscale imperniata su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad evadere l’Iva e le accise, nonché sull'impiego di false dichiarazioni di intento, istituto che consente di acquistare in regime di non imponibilità. L’associazione avrebbe gestito l’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero dal depositofiscale fino ai distributori stradali finali, interponendo una serie di operatori economici - imprese «cartiera» di commercio di carburante, depositi commerciali e brokers locali - allo scopo di evadere le imposte in modo sistematico.
Le società «cartiere» sostenevano fraudolentemente, secondo l'accusa, di possedere tutti i requisiti per beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa, acquistando il prodotto petrolifero senza applicare l’Iva. Il prodotto, grazie a meri passaggi «cartolari» tra le società coinvolte, veniva poi ceduto a prezzi concorrenziali ad individuati clienti, ai danni degli imprenditori onesti.
Il processo si trova ancora in fase dibattimentale ma dall’inchiesta è emerso pure il sistema di ripulitura degli incassi che sarebbe avvenuto anche tramite famiglie di 'ndrangheta portatrici di interessi nel settore della distribuzione dei prodotti petroliferi.
I cinque imprenditori destinatari della confisca, eseguita sull'intero territorio nazionale e in Germania, sono ritenuti "collusi". Alcuni di questi, secondo i magistrati, non solo avrebbero fatto parte di sodalizi criminali egemoni nella Piana di Gioia Tauro e nella Locride ma sarebbero stati al servizio di altre consorterie di 'ndrangheta collegate, con il compito di riciclare mediante le proprie aziende i proventi derivanti da
attività delittuose.
La confisca ha riguardato l’intero compendio aziendale degli imprenditori comprensivo di 79 immobili (58 terreni e 21 fabbricati) nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Roma, Frosinone e Novara, e 85 tra automezzi ed autoveicoli. Sono state confiscate anche 28 imprese, 3 delle quali in Germania, un’azienda agricola, le quote di una società operante nel settore della locazione immobiliare (8 fabbricati di cui 6 a Roma) e mobili registrati (1 motoveicolo e 7 autoveicoli), 4 orologi di lusso, circa 1 milione di euro in contanti e disponibilità finanziarie, accese anche all’estero.
Caricamento commenti
Commenta la notizia