
È ormai fin troppo chiaro ed evidente a Procura ed investigatori della Squadra Mobile che la gang di catanesi responsabile del furto in abitazione ad Oliveto - conclusosi con l'accoltellamento mortale di uno dei ladri, Alfio Stancampiano, per mano del padrone di casa, il macellaio Francesco Putortì - avesse programmato, pianificato e studiato ogni dettaglio per realizzare il colpo in trasferta dalla Sicilia alla periferia sud di Reggio.
I due indagati principali - Giovanni Bruno (Catania, 47 anni) e Giuliano Amato (Catania, 27 anni) - sono gravati dalla misura degli arresti domiciliari (dopo l'appello del Pubblico ministero accolto dal Tribunale della libertà con cui si contestava l'iniziale applicazione della misura dell'obbligo di firma due volte a settimana); mentre non è stato colpito da alcuna misura il terzo indagato: Massimo La Spina, catanese di 55 anni. Dalla ricostruzione investigativa, come si ricava dalle carte di indagine, il quartetto catanese avesse programmato ogni fase.
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