
Il porto di Gioia Tauro crocevia privilegiato, per lunghi tratti esclusivo, degli affari della droga gestiti dagli indagati di “Arangea bis-Oikos”. I narcotrafficanti di Reggio, colpiti duramente nell’ultimo blitz interforze coordinato dalla Procura antimafia, si prodigavano per fare passare dallo scalo portuale gioiese ogni spedizione in arrivo dai compari sudamericani. Confezionata e inviata dai fidati amici dell'Ecuador. Per sfuggire alla sempre più fitta maglia dei controlli alla dogana, i capi clan sborsavano una ricca tassa, che raggiungeva anche il 15% del carico di stupefacenti da liberare. Un dato che gli inquirenti ricavano dalla montagna di intercettazioni realizzate in anni di indagini da Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia di Stato.
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