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Armi nascoste nei bidoni sottoterra: l’arsenale nelle mani dai clan Platì

Il dato emerge da molte intercettazioni a cui erano sottoposti gli indagati dalla Mobile nell’ambito dell’inchiesta “Pratì”, coordinata dalla procura antimafia di Reggio Calabria

Nel corso dell’indagine “Pratì” gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno intercettato diverse conversazioni dalle quali emerge che alcuni degli indagati erano detentori di armi funzionali ad accrescere la forza intimidatrice delle rispettive compagini familiari. È emerso, infatti, che uno degli indagati vicino alla famiglia Trimboli ha raccontato di alcuni passaggi di armi avvenuti nel comune piemontese di Volpiano, nonché il possesso di armi che gli stessi nascondevano a Platì in dei bidoni occultati in delle buche, per evitare di farli ritrovare dalle forze dell’ordine. In questo contesto è venuto fuori un dato di particolare interesse storico, determinato dal possesso di una pistola Luger appartenuta ad un ufficiale tedesco delle Seconda guerra mondiale, con un disegno di un’aquila scolpita sull’impugnatura.
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