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Reggio, il blitz "Arangea bis-Oikon". "Solo quando sarà “semaforo verde” faremo uscire la droga dal porto"

Con il blitz “Arangea bis-Oikon” la Procura ha smantellato un’organizzazione perfettamente collaudata: i venditori in Ecuador, i broker sudamericani, i referenti di Milano, i compari albanesi, i portuali infedeli

Uno sguardo al colore del semaforo e le partite di droga - anche 333 chilogrammi di cocaina purissima - sarebbero uscite fuori dal perimetro portuale di Gioia Tauro beffando la rigida maglia dei controlli interforze. Era una strategia precisa quella attuata dai narcotrafficanti incastrati dalla Procura antimafia in sinergia operativa con Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. Il passaggio, solo apparentemente semplice, nel concreto era estremamente nevralgico. Quando il pre-sdoganamento dei container veniva autorizzato con semaforo verde, allora si azionava la macchina operativa.

La squadra di portuali infedeli che si occupavano della liberazione del carico di cocaina, il camion della spazzatura pronto a fagocitare i borsoni carichi di centinaia di chilogrammi di droga, la staffetta dell'organizzazione che faceva da apripista e si immolava qualora nel percorso da Gioia Tauro verso Reggio-città si incrociasse un posto di controllo.
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