
Il modus operandi è sempre lo stesso: la telefonata di un sedicente esponente delle forze dell’ordine, la storia, totalmente inventata, dell’incidente grave causato da un parente prossimo e la richiesta di denaro in contante o di oggetti preziosi da consegnare immediatamente ad un emissario del fantomatico agente o carabiniere per evitare che il congiunto, asserito responsabile dell’incidente, finisca in galera.
Come avviene ormai su tutto il territorio nazionale, anche la città di Reggio Calabria continua ad essere meta di soggetti, per lo più di origine campana, che si muovono ogni giorno in giro per l’Italia aspettando che, dalla base operativa, arrivi l’indicazione di andare ad “aiutare” la famiglia del colpevole.
I target sono sempre persone anziane che vengono letteralmente bombardate da telefonate contemporanee su cellulari e utenze fisse ed investite di una situazione gravissima ed urgente riguardante un congiunto al quale serve immediatamente quanto più denaro possibile per evitare guai peggiori.
E’ accaduto nuovamente. Secondo quanto dichiarato in sede di denuncia, la vittima, una signora di quasi novanta anni, è stata raggiunta da più telefonate sulle due utenze telefoniche in suo possesso ed informata di un grave incidente stradale causato dal figlio che necessitava di una somma di denaro per sostenere delle spese assicurative ed evitare conseguenze più gravi.
I due interlocutori telefonici, intuita la presenza in casa della badante, avrebbero invitato l’anziana a farla allontanare con una scusa. Frastornata, la vittima sarebbe rimasta al telefono fino all’arrivo, presso la sua abitazione, del complice.
Ancora impaurita, la donna avrebbe mostrato all’uomo la cassettiera dove teneva i monili in oro e ove era presente anche la somma in contanti pari a 5.500 euro che la stessa chiedeva di poter risparmiare in quanto destinata al proprio funerale.
L’indagato, incurante di tale richiesta, si sarebbe impossessato di tutto, anche del denaro. Solo in quel momento la signora, comprendendo di essere stata raggirata, avrebbe tentato di recuperare le proprie cose ma l’uomo l’avrebbe spintonata e, al contempo, con fare minaccioso le avrebbe lasciato intendere di non muoversi per non subire conseguenze più gravi.
L’anziana, già con difficoltà di deambulazione, tanto da utilizzare un supporto per gli spostamenti, non avrebbe opposto alcuna resistenza consentendo all’uomo di darsi precipitosamente alla fuga raggiungendo il complice che lo attendeva nei pressi dell’abitazione della vittima a bordo di un’autovettura a noleggio.
Poco dopo, la badante, preso atto di quanto avvenuto, ha allertato le forze dell’ordine. Ricevuta la comunicazione, gli investigatori della Squadra Mobile, nel tentativo di ricostruire i possibili spostamenti degli autori del reato, apprendevano dell’avvenuto deferimento da parte della Sottosezione Polizia Stradale di Sala Consilina di due soggetti di origini partenopee per i reati di ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale, in orario compatibile con il tragitto potenzialmente percorso dai soggetti che avevano perpetrato la rapina ai danni dell’anziana di Reggio Calabria.
Per tale motivo, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta da Giuseppe Lombardo, gli agenti hanno immediatamente avviato gli accertamenti volti a verificare l’eventuale corrispondenza tra l’autore della rapina di Reggio Calabria ed i soggetti denunciati dai colleghi di Sala Consilina.
L’anziana signora ha riconosciuto senza dubbio l’uomo che era entrato in casa sua e la refurtiva. Il dato è stato poi corroborato dalla corrispondenza delle impronte lasciate da uno dei complici presso l’abitazione della vittima.
Il Gip di Reggio Calabria, su richiesta della Procura, ha emesso per entrambi la misura della custodia cautelare in carcere eseguita lo scorso giorno 9 luglio con la collaborazione della Squadra Mobile di Napoli dove gli indagati erano residenti.
Caricamento commenti
Commenta la notizia