
Per non farsi trovare e sfuggire all’arresto cambiava spesso località dove dimorare. Per individuarlo e capire con esattezza quando intervenire senza rischiare brutte sorprese sono stati utilizzati i droni. È così che gli investigatori sono riusciti a porre fine alla latitanza, in Colombia, di Federico Starnone, 45 anni, di Siderno, su cui pendeva una richiesta di arresto emessa a giugno scorso dal gip del Tribunale di Reggio nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Pratì” (versione dialettale del piccolo comune aspromontano di Platì).
Starnone era ricercato perché accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti con le aggravanti connesse a due distinti tentativi di importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Sudamerica. Per i magistrati antimafia reggini il sidernese, dimorante stabilmente in Sudamerica, avrebbe fatto parte di un’organizzazione criminale calabrese con il ruolo centrale di intermediario/referente di un clan della ’ndrangheta di Platì con i narcos colombiani ed ecuadoriani.
Federico Starnone è stato fermato a Cali dagli uomini della Direzione di intelligence della polizia nazionale colombiana, coadiuvati dalle forze speciali. Il 45enne è stato bloccato in un appartamento situato in un elegante quartiere della capitale del Valle del Cauca.
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