
Il caos delle case popolari, dove non esiste neppure una mappa aggiornata delle disponibilità. «Noi vogliamo sapere chi abita i nostri alloggi, ma ovviamente non lo possiamo fare da soli, non siamo una forza di polizia, abbiamo bisogno della collaborazione istituzionale», ammette la commissaria dell’Aterp, Maria Carmela Iannini. Che aggiunge un altro tasto dolente tutto reggino: «Al contrario di quanto è avvenuto in altre città della Calabria, come Catanzaro, Lamezia Terme, Cassano allo Ionio o Cosenza, a Reggio non è stato mai possibile siglare un protocollo per la prevenzione e il contrasto delle occupazioni abusive negli insediamenti di edilizia popolare pubblica. Questo per consentire a noi, azienda di edilizia popolare, di censire il nostro patrimonio, quindi di verificare effettivamente la liceità della conduzione degli alloggi, ma anche per ripristinare la piena legalità».
Concludiamo con Iannini la pubblicazione dei resoconti delle audizioni da parte della commissione parlamentare d’inchiesta sul degrado delle periferie, in missione a Reggio lo scorso giugno. Sentiti in Prefettura anche la prefetta Vaccaro, il questore La Rosa, il comandante provinciale dei carabinieri Totaro e quello della Guardia di Finanza a Tortora ed il sindaco Falcomatà, con la commissaria dell’Aterp è stato affrontato nello specifico il tema dell’abusivismo.
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