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Reggio Calabria, la “nuova idea” di città modellata attraverso gli strumenti urbanistici

L’assessore Paolo Malara fa il punto del percorso del Masterplan. Affidato a Salvador Rueda, l’urbanista noto per aver cambiato il volto di Barcellona, il Piano generale del traffico

Una visione della città racchiusa in tanti strumenti urbanistici con cui maturare scelte coerenti. Dopo gli anni di “crescita selvaggia” il Comune si dota di attrezzi con cui coniugare efficienza e sostenibilità. Misure, programmazioni e progetti racchiusi in un unico grande “contenitore”: il masterplan. Il piano dei piani che dopo gli aggiustamenti maturati nella campagna di ascolto del territorio si appresta a tornare di nuovo in giunta per l’ultimo e definitivo passaggio. Un’operazione con cui l’amministrazione ha voluto dotarsi di uno strumento non obbligatorio, che rappresenta la cornice per tutti gli interventi che dovranno modellare, attraverso una nuova reinterpretazione degli spazi, il volto della città. Un lavoro portato avanti dall’assessore Paolo Malara che ha nelle deleghe la mission da portare avanti “Politiche e programmi di pianificazione territoriale e urbana sostenibile, adattamento climatico, progetti strategici. Nel masterplan ci sono gli elementi chiave della città policentrica, del rapporto tra la persone e i servizi. «Abbiamo messo a sistema quello che già c’era con un lavoro interesettoriale, individuato le priorità e immaginato una visione più europea». In questo percorso intanto «abbiamo approvato il Psc, il piano spiaggia che non è ancora a regime ma sono in corso le istruttorie per aprire al territorio le nuove opportunità, così come è stato approvato il piano di gestione del verde».

Il tutto mentre iniziano a prendere forma altri piani come il Paesc, il piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima che i Comuni che hanno aderito al patto dei sindaci devono avere. «Abbiamo previsto una serie di azioni, entro due anni dovremo aver raggiunto dei risultati. I primi interventi in questa direzione hanno già preso forma, attraverso la dotazione di sistemi di produzione energia rinnovabile dei più importanti edifici pubblico comunali, da Palazzo San Giorgio al Cedir.
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