
Tutti gli interventi sono stati finanziati e sono in fase di attuazione, nel rispetto di tutti i target e i milestone previsti dalla Missione 6 “Salute” del Piano nazionale di ripresa e resilienza. È quanto si legge nella sezione “Pnrr” del sito ufficiale dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria.
Al netto dei tecnicismi, la dicitura rende l’idea della situazione in divenire delle strutture territoriali in via di realizzazione. Già, perché la lezione lasciata dalla fase acuta della pandemia da Covid-19 è stata proprio quella della necessità di investire sulla sanità territoriale per non sovraccaricare gli ospedali dagli accessi impropri dei pazienti non acuti e compiere il dovuto “filtro”, assicurando le cure ai pazienti.
Un bel disegno anche per la Locride, comprensorio tristemente noto per la carenza di servizi, risorse e strutture, la cui impalcatura si regge sull’unico ospedale rimasto, quello con sede in contrada Verga a Locri, in cui medici italiani e cubani, infermieri e Oss fanno i salti mortali per garantire livelli adeguati di prestazioni, nonostante organici ampiamente sottodimensionati e tante buone intenzioni palesate dalla direzione dell’Asp non ancora completamente concretizzatesi.
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