
Lo sgombero delle case popolari ad Arghiilà è completato, ma gli strascichi giudiziari e polemici proseguono perché un gruppo di abitanti del comparto 6 ha deciso di andare fino al Consiglio di Stato per contestare l’ordinanza di rilascio immediato degli edifici deciso dal Comune per la condizione di emergenza dei fabbricati.
Come si ricorderà il Tribunale amministrativo regionale, nelle scorse settimane, ha rigettato con ordinanza il primo ricorso e ha respinto tutte le tesi difensive degli occupanti con queste motivazioni: «Sembrano emergere gravi situazioni di criticità che, a prescindere dalla mera staticità dell’immobile, hanno dato luogo ad un notevole peggioramento delle condizioni di sicurezza degli impianti nelle parti comuni degli edifici con la presenza di situazioni fatiscenti degli elementi tecnologici principali costituenti gli impianti, in particolare quelli elettrici e del gas (in base a quanto attesta l’Aterp) unitamente all’assenza di alcuni impianti ascensore con all’interno dei vani cumuli di rifiuti e materiale di diversa natura, all’assenza di infissi esterni e di alcuni vani completamente murati o in condizioni di precaria accessibilità».
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